TALENTS
Shinji Nakaba La perfezione dell'errore
Trova la bellezza nei contrasti, nelle piccole cose apparentemente senza valore. Con spirito libero e guidato dalla Natura l’artista giapponese crea gioielli scultura da indossare come manifesti d’armonia e accoglienza della diversità
Spirito libero
Shinji Nakaba nel suo studio a Tokyo, una specie di Wundekammer piena di oggetti, libri, scatole e mirabilia.
La bellezza in Oriente non cerca la perfezione, ma indica il bello in quella minima mancanza e trova l’armonia nell’errore. La definizione di bellezza per l’artista gioielliere giapponese Shinji Nakaba ha due valenze: l’aspetto sensoriale - quello che vediamo con i nostri occhi –, e il concetto di estetica che lui definisce “bellezza fresca”, quella delle opere d’arte che trasmettono un senso del bello che non abbiamo mai visto prima e racchiudono un ordine, un messaggio, uno stile di vita inedito e introducono nuovi valori. “Rendere attraenti con nuove espressioni le cose che ci sono familiari e che non comunicano più valori è per me molto importante.
Penso in particolare al corpo umano, al viso, alle mani, ai piedi elementi osservati ogni giorno e riprodotti in infiniti linguaggi dell’arte.
Possono sembrare temi obsoleti, ripetitivi, privi d’energia, temi stanchi se non hanno la forza di comunicare. Perché realizzare opere sempre più perfette manifesta l’abilità di chi le esegue, può portare al successo, ma contemporaneamente rende le opere stesse meno attraenti, quasi senza anima. Io cerco di portare la bellezza imperfetta nel mio lavoro: è per me un’operazione nuova e sta diventando il mio vero obiettivo”
Credo che la mia missione sia quella di trasmettere attraverso i gioielli che tutto ciò che esiste è ugualmente bello, sia oro, platino, ferro, carta o materiale di scarto. Importante è che abbia un’anima, custodisca un pensiero.
Si presenta così Shinji Nakaba, nato nel 1950 a Sagamihara, nella prefettura di Kanagawa, alla periferia di Tokyo. Cresciuto nella sartoria della madre ha imparato da subito la passione per il bello, l’autenticità e il rispetto per le donne.
“Quando ero al liceo” racconta, “sono stato fortemente influenzato dalla controcultura e dai movimenti hippie. Ho sempre voluto vivere una vita libera invece di seguire le norme sociali. Pensavo alle mie attitudini e a come potevo indirizzarle, volevo guadagnarmi da vivere creando la mia arte. Per raggiungere questo obiettivo, ho fatto diversi lavori. Ho iniziato imparando a cucire abiti nella sartoria di mia mamma. Poi, ho lavorato come parrucchiere e calzolaio. È stato durante questo percorso professionale che ho scoperto i gioielli contemporanei. Non era un mondo di status symbol, ma un’opportunità di auto-espressione. Così ho deciso di studiare le basi per la creazione di gioielli, mi sono interessato alla scultura e ai gioielli antichi, ma non c'erano scuole adatte: dovevo imparare da solo. Ho venduto la mia automobile per acquistare gli attrezzi e ho trasformato un angolo della mia stanza in un laboratorio. Era il 1974, avevo 24 anni”.
La sua carriera si è formata anche attraverso la pratica dello yoga, della respirazione e della meditazione. E soprattutto della sperimentazione. “Alla fine degli anni Ottanta mi preoccupavo di affermare il mio stile nell’ambito della gioielleria contemporanea. Spesso pensavo alla Natura e a come piante e animali continuano a produrre opere meravigliose senza pensare a cosa stanno facendo. Ho così anche io iniziato a realizzare opere senza pensare troppo: invece di criticare le idee che mi venivano in mente gli davo forma”.
“Oggi” continua, “lo scopo del mio lavoro è principalmente quello di abbattere i confini tra gli opposti, come maschile e femminile, passato e presente, paradiso e inferno, vita e morte, bene e male, bello e brutto. Penso che ogni lavoro dovrebbe contenere i due estremi in uno stato ibrido. Un esempio? Imparare a scolpire gemme antiche e poi usare la stessa tecnica per scolpire la plastica scartata e inventare una spilla cammeo: sembra una perdita di tempo e una follia. Io credo invece sia un'attività molto utile”.
La potenza del nero
Above and aside: From Baroque to Victorian, by way of the Orient. A black iris that adapts to the human body, becoming a brooch or a ring.


Oggetti fluidi
Sopra. Una spilla-scultura ispirata dalla Natura. Un’opera d’arte da indossare, ma anche da esporre.
Un solitario d’eccezione
La forza della creatività di Nakaba si ammira negli accostamenti insoliti. Un brillante incastonato in una foglia laccata rende ancora più prezioso il solitario. Sotto: Schizzo e realizzazione di una spilla.






Arte pura
Poetici, essenziali, curati nei minimi dettagli. I lavori di Shinji Nakaba sono tutti diversi, tutti pezzi unici.
Un serpente al dito
Si ispira al 'colpo di frusta' applicato dal movimento Liberty questo anello a forma di serpente. I gioielli di Nakaba contengono tutti un preciso senso di movimento.
Lo scopo del mio lavoro è principalmente quello di abbattere i confini tra gli opposti, come maschile e femminile, passato e presente, paradiso e inferno, vita e morte, bene e male, bello e brutto. Penso che ogni lavoro dovrebbe contenere i due estremi in uno stato ibrido.
Scopriamo così l’estrema varietà delle sue collezioni e dei soggetti rappresentati.
“Ho sempre amato sia le gemme preziose sia i materiali di scarto senza valore. Negli anni Novanta ho iniziato a utilizzare bottiglie di plastica, lattine in acciaio e alluminio. La fresca bellezza dei gioielli, indipendentemente dal loro prezzo, può essere creata con qualsiasi materiale: è l’idea che fa la differenza, il messaggio che contiene e trasmette. Apparentemente sembra inutile e di poco valore, in realtà può creare e diffondere molta bellezza.
Le mie creazioni sono molto diverse. Possono ispirarsi alla natura, a una forma, a un materiale. C’è un unico tema ricorrente: il teschio di perle che ha un posto speciale nel mio cuore. Sono affascinato dal potenziale infinito racchiuso nelle perle e sento che solo le perle possono trasformare in realtà la mia idea di bellezza effimera. Mi piace osservare come da una perla innocente possa nascere un oggetto oscuro: che contraddizione! Ho scolpito teschi in vari materiali, nel cristallo, nell’avorio, nel corallo e nelle pietre preziose, ma le perle sono di gran lunga le più attraenti. Sono arrivato a credere che le perle siano nate per essere teschi, per la loro mistica bellezza sono teschi di fata. Credo che l'innovazione nasca da uno spirito fuorilegge e dalla curiosità. C’è un detto che dice: Quando si viaggia in un mondo in continua evoluzione, l’unica cosa che conta è irradiare bellezza. Perché la bellezza è come una guida per la sopravvivenza dell’umanità!
Per saperne di più o prenotare un gioiello consultare il sito: --> s-nakaba.shop-pro.jp/
Vanitas
Il teschio è il segno distintivo del lavoro del gioelliere giapponese. Lo incide in tutte le pietre, ma è la perla il suo materiale preferito: "Solo le perle possono trasformare in realtà la mia idea di bellezza effimera."