THE TOKYO TOILET
Si ispira all’Origata, un metodo tradizionale giapponese di confezionamento decorativo il progetto proposto da Nao Tamura. Simbolo di ospitalità si apre a tutti i visiatori offrendo tre spazi separati che guardano anche alla comunità LGBTQ+.
Un progetto di restyling con lo scopo di trasformare strutture esistenti in ambienti altamente funzionali, puliti e in perfetto dialogo con gli spazi che li ospitano. Luoghi d’attrazione capaci di abbattere pregiudizi e favorire nuove abitudini. Sono vere sfide architettoniche e urbanistiche che risolvono in modo creativo, a volte insolito, problematiche del vivere contemporaneo
Quando pensiamo a un progetto d’architettura la nostra mente immagina grandi opere. Visualizziamo grattacieli, ponti, complessi residenziali, musei, sedi industriali, stazioni, aeroporti. Difficile visualizzare progetti significativi racchiusi in piccole strutture. La scala umana, lo spazio a misura d’uomo è solitamente vissuta negli ambienti domestici, in alcuni hotel di nuova generazione o, nella migliore delle ipotesi, nei luoghi di lavoro.
Oggi la parola d’ordine è cambiare, migliorare la qualità del nostro quotidiano, trovare formule innovative capaci di interpretare i bisogni reali delle persone, sempre più in movimento, cercando di superare le differenze di sesso, razza, condizione economica, religione. La popolazione mondiale è in crescita, l’allungamento della vita media porterà a raggiungere gli 8.5/9 miliardi di persone entro il 2050 (United Nations. Demographic megatrends and global population growth study. Settembre 2019). Le città assorbiranno nuove migrazioni e i centri urbani dovranno fornire servizi sempre più specifici e qualificati. La città deve diventare la nostra prima casa in grado di offrire servizi igienici, acqua potabile, luoghi di ristoro, spazi verdi, mezzi di trasporto capillari, connessioni interattive gratuite. Il progetto The Tokyo Toilet, avviato nel 2019 nella megalopoli giapponese è un esempio di questo cambiamento, un segno tangibile di come interpretare questa necessità di adeguamento a nuove domande.

La città deve diventare la nostra prima casa in grado di offrire servizi igienici, acqua potabile, luoghi di ristoro, spazi verdi, mezzi di trasporto capillari, connessioni interattive gratuite. Il progetto The Tokyo Toilet, avviato nel 2019 è un esempio di questo cambiamento, un segno tangibile di come interpretare questa necessità di adeguamento a nuove domande


Un gioco di geometrie che grazie anche al rosso fuoco dell’architettura attrae i passanti e diventa simbolo di questo progetto di riqualificazione di toilette pubbliche.
Shigeru Ban ha lavorato su due concetti fondamentali: la pulizia e la sicurezza. Utilizzando una nuova tecnologia applicata al vetro sono stati creati spazi visibili dall’esterno quando non sono occupati. Le pareti si opacizzano con la chiusura della porta.
The Nippon Foundation, hub no-profit di innovazione sociale che lavora per raggiungere una società migliore, sta rinnovando 17 bagni pubblici situati nel quartiere di Shibuya. Questi spazi progettati da 16 architetti di fama internazionale – tra cui quattro insigniti con il Pritzker Prize come Shigeru Ban, Tadao Ando, Toyo Ito e Fumuhiko Maki – utilizzano un design avanzato per renderli accessibili a tutti, indipendentemente da sesso, età o disabilità, dimostrando le possibilità di una società inclusiva
Il Giappone è il luogo più lontano dalla cultura europea che si possa immaginare. Ne siamo sedotti in tutti i sensi, dai piccoli gesti quotidiani all’eleganza delle persone, dalla cura dedicata alla natura fino all’immensa mole del patrimonio spirituale che si manifesta in tutti i campi. Un quartiere di Tokyo, Shibuya, rappresenta un esempio di quanto ricca, variegata e affascinante possa essere la vita nel Paese del Sol Levante. Attraversata da 16 linee ferroviarie e metropolitane suburbane e arricchita da numerosi parchi, Shibuya è crocevia di tendenze, architetture, spazi condivisi e soprattutto di anime. Accoglie luoghi come i Love Hotel, alberghi arredati con gusto e a volte espressione di un’ironica libertà creativa, dove è possibile essere ospitati nell’assoluta privacy; in quest’area è nato il cosplay, pratica di travestimento in voga dalla metà degli anni Novanta, ma come tutti i luoghi di tendenza è anche il quartier generale della spietata mafia giapponese, la Yacuza.
Il Giappone è anche conosciuto come uno dei paesi più puliti al mondo. Anche i bagni pubblici hanno uno standard di igiene elevato. Tuttavia, l'uso di questi locali è limitato a causa degli stereotipi secondo cui sono bui, sporchi e poco accoglienti. Per dissipare queste idee sbagliate la The Nippon Foundation – un hub no-profit di innovazione sociale che lavora per raggiungere una società migliore attraverso aree come il supporto per i bambini, le persone con disabilità e altre attività fondata negli anni Sessanta dal businessman e filantropo Ryoichi Sasakawa – ha deciso di rinnovare 17 bagni pubblici situati a Shibuya in collaborazione con il governo dell’area. Questi spazi sono stati progettati da 16 architetti di fama internazionale – tra cui ben quattro insigniti con il Pritzker Prize come Shigeru Ban, Tadao Ando, Toyo Ito e Fumuhiko Maki – e utilizzano un design avanzato per renderli accessibili a tutti, indipendentemente da sesso, età o disabilità, dimostrando le possibilità di una società inclusiva. Il 5 agosto 2020 sono state inaugurate le prime tre strutture, altre quattro sono attualmente terminate e si prevede il completamento del progetto entro la metà del 2022.
Una squadra specializzata è incaricata di occuparsi della manutenzione di tutti i bagni pubblici voluto da The Nippon Foundation.
Dopo tre anni di ricerca, progettazione e sperimentazione, lo studio di Kazoo Sato ha messo a punto il sistema Voice Command Toilet. Hi Toilet è un bagno pubblico in cui tutti i comandi sono attivati dalla voce. Una vera toilette touch free.
Come consuetudine, per il buon funzionamento di un progetto non è trascurata neppure la manutenzione: una squadra specializzata si occupa di tenere in ordine e puliti questi siti grazie a un accordo a tre parti concluso da The Nippon Foundation, il governo e l'Associazione del turismo della città di Shibuya
“In Giappone” spiega l’architetto Masamichi Katayama, “i servizi igienici hanno origine dai kawaya, capanne costruite sui fiumi risalenti al periodo preistorico Jomon. Cercando di immaginare l'aspetto e l'atmosfera di queste strutture antiche, abbiamo disegnato uno spazio ambiguo che è contemporaneamente un oggetto scultoreo e una toilette combinando casualmente 15 pareti di cemento. Gli spazi tra le pareti conducono gli utenti in tre diverse aree pensate per uomini, donne, bambini e disabili. Il design crea una relazione unica in cui gli utenti sono invitati a interagire con la struttura come se stessero giocando con una curiosa attrezzatura”.
Con queste parole è stato inaugurato a Ebisu Park il primo progetto di The Tokyo Toilet. L’attenzione di Shigeru Ban si è invece concentrata sugli aspetti psicologici legati alla fruizione di un bagno pubblico. “Emergono due problemi pensando ai bagni pubblici, specialmente quelli situati nei parchi.
Il primo è legato alla pulizia, il secondo è che nessuno si nasconda all’interno. Utilizzando una nuova tecnologia, abbiamo realizzato le pareti esterne con un vetro che diventa opaco quando la serratura è chiusa, ma che permette di visualizzare l’interno prima di entrare quando il locale è ancora aperto”.
Una soluzione scenografica che, inoltre, illumina il parco Yoyogi Fukamachi Mini Park di notte come una bellissima lanterna.
Il progetto di Tadao Ando si inserisce con agilità nel paesaggio urbano aumentandone il valore pubblico, pur all’interno di uno spazio privato che conserva tutte le percezioni dell’ambiente circostante, dalla luce al vento, dai suoni alla fisicità. “Un pensiero” come sottolinea Ando, “che anticipa il movimento dinamico nello spazio, uno spazio attraverso il quale fluiamo, uno spazio senza davanti né dietro”.
White è il nome scelto per il progetto di Kashiwa Sato. Posizionato di fronte alla stazione di Ebisu è diventato un altro simbolo del progetto The Tokyo Toilet ammirato e frequentato da tutti i passanti.
Foto by Thirza Schaap
Si chiama A walk in the woods il progetto firmato da Kengo Kuma. La sua idea? Creare un villaggio all’interno del lussureggiante parco di Shoto, un bagno pubblico mimetizzato nella natura.

Il parco orientale di Ebisu, conosciuto come parco del polpo, ospita l’intervento di Fumihiko Maki, la Toilette per calamari. “Abbiamo voluto creare un luogo sicuro e confortevole che utilizza un layout decentralizzato per consentire una buona visuale in tutta la struttura” spiega Maki.

L’idea di Tadao Ando è stata quella di disegnare un luogo privato che conserva le percezioni del parco in cui è ubicato. Dalla luce naturale al vento e relativo fruscio delle foglie, dal canto degli uccellini al vociferare delle persone l’esterno fa parte dello spazio privato per dare vita a un’architettura di fascino studiata per un progetto sociale.

Nao Tamura pensa all’origata, un metodo tradizionale giapponese di confezionamento decorativo, un simbolo di dono, che incarna lo spirito di ospitalità verso i visitatori multinazionali di Shibuya. Misamichi Katayama invece chiede agli utenti, attraverso il suo intervento, di interagire con la struttura come fosse un’insolita attrezzatura da parco giochi. Takenosuke Sakakura vuole che il bagno illumini il parco come un andon, o lanterna, creando uno spazio pubblico riconoscibile per i visitatori.
Il parco orientale di Ebisu, conosciuto come parco del polpo, ospita l’intervento di Fumihiko Maki, la “toilette per calamari”. “Pensando a una varietà di utenti, dai bambini alle persone che si recano al lavoro” spiega Maki, “abbiamo voluto creare un luogo sicuro e confortevole che utilizza un layout decentralizzato per consentire una buona visuale in tutta la struttura”.
In fase di realizzazione gli altri interventi che porteranno la firma, tra gli altri, di Kengo Kuma, Marc Newson e Sou Fujimoto per citarne alcuni.
Come consuetudine, per il buon funzionamento di un progetto non è trascurata neppure la manutenzione: una squadra specializzata si occupa di tenere in ordine e puliti questi siti grazie a un accordo a tre parti concluso da The Nippon Foundation, il governo e l'Associazione del turismo della città di Shibuya. E un documentario sta girando il mondo per diffondere questa buona iniziativa.
“Speriamo che questi bagni pubblici illuminino il parco come un andon, o lanterna, creando un luogo invitante per il pubblico”. Così Takenosuke Sakakura ha definito il suo affascinante progetto.